3 aprile 2019

Quando se ne va papà

Cari amici,

interrompiamo momentaneamente il tono ridanciano di questo miserrimo blog per fornirvi un diagramma che al sottoscritto avrebbe fatto comodo consultare qualche tempo fa, e descrive cosa aspettarci nel periodo successivo alla scomparsa del nostro papá con lo scorrere dei giorni. 

Abituati come siamo a non leggere nemmeno piú i libretti delle istruzioni per l'esistenza di roba ultra-comoda come quick start guide, tutorial online e video su Youtube per fare qualunque cosa, quando ci troviamo di fronte a un’esperienza del genere non sappiamo cosa cercare esattamente su Google. Premesso che ogni caso é assolutamente diverso, magari a qualcuno quanto sto per scrivere potrá suonare familiare.

Naturalmente parlo del papá anziché della mamma non per la mia esperienza personale (ciao má), ma perché sotto sotto sono ovviamente uno sporco maschilista.

Qui riportato di sotto c’é un grafico che quantifica la difficoltá dei giorni del periodo successivo alla scomparsa del nostro caro, 3 anni e mezzo nel mio caso.


Il primo giorno é banalmente il momento peggiore, ma i giorni immediatamente successivi sono piú facili: presi da mille cose e sollecitati da tante persone, facendo anche quella che dopotutto é un’esperienza nuova, la mancanza del papá é forte ma stemperata dall'affetto di amici e familiari che provano a tirarti su (spesso riuscendoci pure), raccontando aneddoti, e mettendoti al corrente della loro vita se non li vedevi da un po’. Vi renderete conto di volere piú bene di quanto vi ricordavate a tante, tante persone. Burocrazia e celebrazioni varie, per quanto poco piacevoli, tappano poi altri buchi. Non bisogna illudersi, perché dopo un paio di giorni le cose peggiorano, nella quotidianitá in cui l’unica differenza sará una forte presenza in meno.

Ma non disperate: anche se in alcuni momenti iniziali potrebbe sembrarvi impossibile, come qualunque cosa naturale la scomparsa del vostro papá col tempo verrá accettata e le ferite si cureranno, fino a un limite: facendo il secchione direi che il dolore tende  a un asintoto orizzontale che é maggiore di 0, perché questo vuoto non si riempirá mai. É come se qualcuno vi avesse regalato una bottiglia rara della grappa migliore del mondo: una volta scolato l’alcoolico la bottiglia non potrá mai riempirsi di nuovo, ma quel contenitore vuoto in casa lo noterete meno, banalmente perché vi ci abituerete.

Alcuni punti in cui il grafico si alza bruscamente denotano i giorni piú difficili, quelli in cui il papá vi manca di piú: avete avuto una giornata difficile e non potete chiamarlo per farvi tirare su (io lo facevo spesso, il mio amava scherzare), o é successa una cosa bella e non potete renderlo partecipe. 

E quelli in cui il grafico si abbassa momentaneamente? Sono i giorni in cui pensare al vostro papá vi regalerá un sorriso, perché avete appena cucinato il suo piatto preferito, o trovato una sua vecchia foto che somiglia a quello che vedete nello specchio. Perché siete entrati nella sua pizzeria preferita a Napoli, o perché avete incontrato per strada qualcuno a cui aveva appioppato un nomignolo. Perché state guardando l’ultima modifica che aveva apportato alla macchina. Perché scoprite che quella macchia di umiditá in salotto poi no, non é piú tornata, perché alla fine ha vinto vostro papá.

E se avete la fortuna di poterlo ancora fare, passate tanto tempo con i vostri papá: accumulerete tante occasioni per andare spesso molto piú in basso del noioso asintoto da me menzionato, trasformando spesso il vuoto in un sorriso. 

Ciao papá!

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