25 luglio 2013

Il mito delle banane Chiquita

Diario di viaggio, part 7

 
Cari amici,


Alcuni tra i momenti piú neri della vita sono quelli legati alle grandi delusioni. Come quando ognuno di noi ha scoperto la molteplicita' dei ruoli di mamma & papa', che includevano Babbo Natale, la Befana e il topolino dei denti. O quando notavi che il fantasma della "casa rosa" a Caposuvero doveva essere particolarmente schivo, ma piu' probabilmente se l'era inventato Mauro. E che gli smeraldi e i topazi che avevi raccolto per anni in lunghe scarpinate sulla spiaggia null'altro erano che cocci di bottiglie rispettivamente di Nastro Azzurro e Peroni o Moretti abbandonati da qualche beone e levigati con grande pazienza dal Tirreno.

Sempre per non parlare dei falsi miti dei quali ti convincevano, tipo impara na canzone di Bon Jovi alla chitarra che becchi sicuro.

Eppero' non tutte le sorprese erano sgradevoli: si scopriva che non esistevano nemmeno personaggi che incutevano timore come Satana, Skeletor, o il figlio di Colloca. Quest'ultimo merita una descrizione a parte: si tratta di un fantomatico bambino utilizzato per 40 anni come spauracchio da mio nonno, prima con i figli e poi con i nipoti, per tenerci buoni. Il povero figlio di Colloca per quasi mezzo secolo si e' dedicato a varie attivita', tra le quali ricordiamo:
  • Sporgersi dal balcone
  • Attraversare la strada senza guardare a destra e sinistra
  • Restare in bilico sulle gambe posteriori della sedia
  • Fare il bagno dopo mangiato / allontanarsi in maniera scriteriata dalla riva
  • Scavalcare cancelli /arrampicarsi sugli alberi
  • Andarsi a prendere un gelato da solo al Bar Pino
e ci aveva quasi sempre rimesso le penne, quando gli andava bene lo rapivano. Il fatto che il sempreverde figlio di Colloca non avesse un volto ne' un nome di battesimo lo rendeva ancora piu' inquietante, e contribuiva a farci passare la voglia di emularne le prodezze. Poi naturalmente con il tempo la sua efficacia pedagogica veniva meno, sostituita dalla consapevolezza che purtroppo dall'aldila' non si puó tornare a piacimento... visto che la probabilitá che si chiamasse Lazzaro Colloca e avesse agganci particolari era francamente bassa.

Ma in questa girandola di sogni infranti a volte nella vita capita di prenderci una piccola rivincita, ed e' quello che mi e' successo quando, avvicinandomi alla costa caraibica del Costa Rica ho visto questo:

Le mitiche piantagioni della Chiquita

Mille ricordi mi hanno preso d'assalto: quaderni e bicchieri di plastica decorati da file alternate di bollini Chiquita / Del Monte, merende, battute a doppio senso da seconda media,  pistole sostitutive per giocare agli indiani nelle trasferte in ristoranti noiosi. E gli alberi che producevano quei frutti gialli e blu, ancora verde speranza e senza bollino, erano proprio li'... con ogni casco scrupolosamente avvolto in una busta di plastica (naturalmente blu) per una crescita ottimale del suo contenuto. E chissa' se quelle buste riciclate sarebbero diventate poi bollini?


Colori inediti

A volte viviamo qualcosa che per il bambino che eravamo sarebbe stata magica, e una parte di quella magia ci raggiunge e ci permea, come la fredda mano della mietitrice raggiungeva e agguantava mensilmente il figlio di Colloca. Beccati questa, Babbo Natale!


PS Essendo stato costretto da madre natura a trovare sollievo utilizzando uno degli alberi in questione, vi consiglio di rifornirvi dall'uomo del monte per i prossimi mesi...


La zona di espletazione delle mie funzioni fisiologiche

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